giovedì 16 agosto 2012

Problemi di capelli

Due curiose osservazioni sui capelli incontrate durante le mie letture, a opera di due autori completamente diversi fra loro per ambito culturale e anche per il periodo storico in cui hanno vissuto/vivono. Vediamo cosa dicono.

«"Non è forse la natura stessa a insegnarci che se un uomo porta i capelli lunghi, ciò è disonorevole per lui? Ma se una donna porta i capelli lunghi, ciò è una gloria per lei: infatti le sono stati dati i capelli per coprirsi. Tranne che per i ribelli, noi uomini non seguiamo tale costume [...]" (S.Paolo)
Che c'è di vergognoso nell'avere il capo rasato? [...]
Se S. Paolo avesse detto esplicitamente che gli piacevano i lunghi capelli delle donne, molte di noi gli avrebbero dato ragione e l'avrebbero stimato di più per averlo ammesso. [...]
L'argomentazione basata sulla natura a noi sembra che lasci un po' a desiderare. [...] E' evidente infatti che vi sono mescolati pregiudizi sessuali e personali. S. Paolo non era soltanto uno scapolo, [...] apparteneva al tipo d'uomo virile o dominante, così diffuso oggi* in Germania, per la cui gratificazione è indispensabile avere a disposizione una razza o un sesso sottomessi.»
(Da una nota dell'autrice stessa a "Le tre ghinee", Virginia Woolf, 1938, Universale Economica Feltrinelli)

*La Woolf scrive al tempo della diffusione del nazismo




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"Per quanto riguarda il nostro corpo, pur avendo una superficie quasi del tutto nuda, nella regione della testa presentiamo una crescita di capelli lunghi e rigogliosi, adatti alla pulizia. Infatti noi vi dedichiamo molta cura, molto più di quello che richiederebbe l'igiene, per mezzo di pulitori specializzati, cioè barbieri e parrucchieri. Non è chiaro perché il fatto di pettinarsi reciprocamente non sia diventato parte delle nostre normali riunioni sociali domestiche. Per esempio, perché abbiamo sviluppato il discorso di pulizia* come sostituto particolare della tipica pulizia amichevole dei primati, mentre avremmo potuto tanto facilmente concentrare nella zona del capo i nostri tentativi originari di pulizia? Sembra che la soluzione stia nel significato sessuale dei capelli. L'acconciatura del capo, nella sua forma attuale, presenta differenze notevolissime tra i due sessi per cui rappresenta un carattere sessuale secondario.
La sua associazione con i caratteri sessuali l'ha portata a far parte delle manifestazioni del comportamento sessuale, cosicchè oggi il gesto di  carezzare o di palpare i capelli è troppo carico di significato erotico perchè sia consentito come semplice gesto sociale di amicizia. Poichè in conseguenza esso è stato eliminato dalle riunioni comuni fra conoscenti, bisogna trovare un altro sfogo per questo impulso. Il bisogno di pulire può trovare uno sfogo nel pulire un sofà o un gatto, mentre la necessità di essere puliti richiede un ambiente particolare. Il salone da parrucchiere costituisce la risposta perfetta. Qui il cliente può soddisfare fino in fondo il suo bisogno di essere pulito, senza pericolo che qualche motivo sessuale affiori durante il procedimento. Ponendo i pulitori professionisti in una categoria a parte, completamente staccata dal gruppo tribale dei conoscenti, si elimina qualunque pericolo."
(p.223, 224, Desmond Morris, "La scimmia nuda (Studio zoologico sull'animale uomo)",1967, Tascabili Bompiani)

*Morris definisce 'discorso di  pulizia (o di contatto)' le "chiacchiere gentili e prive di significato degli incontri sociali, [...] la cui funzione consiste nell'avvalorare il sorriso di saluto e mantenere la solidarietà sociale", come sostituto della "pulizia sociale" effettuata dagli altri primati (come ad esempio le scimmie), ovvero lo 'spulciarsi' a vicenda.