mercoledì 12 gennaio 2011

"Mi credono idiota, ma io sono intelligente, e loro non lo sospettano nemmeno"

Questo romanzo è il più radicale manifesto sovversivo che la letteratura moderna abbia prodotto. (Mauro Martini), p.9

"E' una scienza, quella delle chiacchiere, che ha le sue seduzioni. Io ho conosciuto politici, letterati e poeti che proprio grazie a questa sono riusciti a fare carriera." p.23
"Erano intanto cresciute le tre figlie del generale, Aleksandra, Adelaida, Aglaja. Sebbene portassero il cognome paterno, appartenevano, grazie alla madre, a una stirpe principesca. Avevano una dote considerevole e un padre importante. Inoltre, erano molto belle, il che non guasta, e questo valeva anche per Aleksandra, la primogenita, che aveva già toccato il quinto lustro. La sorella di mezzo contava ventitrè anni, e l'ultima, Aglaja, aveva da poco compiuto i venti e, in società, era già molto notata per la sua singolare avvenenza. E non basta: tutte e tre le ragazze si distinguevano per educazione, ingengo e cultura. Si volevano un gran bene e si sostenevano a vicenda. Si raccontava perfino di sacrifici fatti dalle sue sorelle maggiori a favore dell'ultima, che era l'idolo della casa. In società, le ragazze non ci tenevano a primeggiare, anzi, erano eccessivamente modeste. Nessuno avrebbe potuto accusarle di superbia, pur sapendole coscienti dei propri meriti. Aleksandra ea musicista; Adelaida dipingeva benissimo; ma per molti anni nessuno ne seppe mai nulla e, alla fine, la cosa divenne nota per puro caso. In una parola, delle figlie del generale non si diceva che bene. Non mancavano però i malevoli. Si bisbigliava con terrore dei molti libri che avevano letto. Non mostravano fretta di maritarsi. Stimavano la così detta alta società, ma non moltissimo, il che era più che mai notevole, essendo di pubblico dominio il carattere, le mire e i desideri dei loro genitori." p.30-31
"Quanto più semplice e alla buona era il discorso del principe, tanto più suonava strano" p.32
"Non uccidere, è detto nei comandamenti. E perchè, dunque, per punire un uomo di avere ucciso, lo uccidono? No, no, è un'infamia. [...] Uccidere chi ha ucciso è, secondo me, un castigo non proporzionato al delitto. L'assassinio legale è assai più spaventoso di quello perpetrato da un brigante." p.34-35
"La sua vita avrebbe rovinato anche le attitudini più brillanti, era una volontaria voluttà di sconforto e di noia, un morboso romanticismo indegno di una donna bella e intelligente come lei." (a proposito di Nastas'ja Filippovna) p.52
"Se siete un così buon fisionomista da conoscere la gente al primo sguardo, è sicuro che siete stato innamorato."  p.67
"Bella non lo era mai stata: solo gli occhi dolcissimi ispiravano bontà e innocenza. Era terribilmente taciturna." (a proposito di Marie) p.69
"Forse anche qui mi considerano un ragazzino, e sia. C'è anche chi mi crede un idiota, non ho mai scoperto perchè." p.75
"Il principe,entrando, era molto turbato e faceva il possibile per trovare il coraggio necessario. <<Il peggio che mi può capitare>>, pensava, <<è che non mi ricevano e pensino male di me; oppure che mi ricevano e mi ridano in faccia. E sia, non importa!>>" p.122
"Bisogna notare che tutti, , compreso Lebedev, avevano una scarsa cognizione dei limiti del proprio potere, nè potevano davvero comportarsi come a loro pareva e piaceva. Lebedev, a momenti, avrebbe giurato di sì; ma poi sentiva anche la necessità di ricordare a se stesso alcuni piccoli articoli del codice penale" p . 141


Nessun commento:

Posta un commento